18 nov 2013

Chiamate le cose col loro nome.

Sulla telefonata choc di Nichi Vendola, giusto un paio di cosucce. 

Innanzitutto (come segnala Leonardo T.) non è un'esclusiva del Fatto Quotidiano, essendone già riportato il contenuto, l'anno scorso, sul Giornale di Sallusti (qui esattamente).

In secondo luogo va detto che è evidente anche ai bimbi che Vendola ridesse del gesto di Archinà e non dei morti di cancro. Dire il contrario è falso. E dal Fatto non me l'aspettavo. Certo, l'ilarità nei confronti di un gesto maleducato verso un giornalista che fa il proprio dovere può essere inopportuno, ma non è reato e soprattutto non è la risata choc sui morti di cancro che volevano rifilarci.

E qui possiamo discutere se la confidenza tra Vendola ed Archinà sia opportuna o meno, se forse (come dice Gramellini) sarebbe il caso di ricominciare a darsi del lei in alcune occasioni. Tutte discussioni interessanti, ma che nulla hanno a che vedere col sensazionalismo che possiamo definire macchina del fango o risata choc ma non è giornalismo. 

Stavolta al Fatto hanno proprio toppato. E me ne dispiace.

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