2 apr 2013

Dieci saggi, due parole.

Al netto delle nomine da manuale Cencelli, due parole su alcuni dei dieci saggi su cui è bene rinfrescare la memoria.


 
Gaetano Quagliariello - senatore Pdl
È stato il secondo firmatario del disegno di legge sul processo breve, riforma che nasce come strumento difensivo di Silvio Berlusconi, e che ufficialmente serve a ridurre la durata dei processi. Avrebbe coinvolto, se approvato, una serie di processi delicati, oltre quelli a Berlusconi.
Nel 2009, nonostante il suo passato da radicale, si fa notare al grido di «Eluana non è morta, è stata ammazzata». Peccato si fermi lì perché oltre al processo breve e ad una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di astenersi da qualsiasi giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, imputato (all’epoca indagato) per concussione e prostituzione minorile nel processo Ruby, il saggio Quagliariello non mi risulta si sia messo in mostra per un disegno di legge sul fine vita. Passata la festa, gabbato lo santo.
Piuttosto Quagliariello - tra gli altri provvedimenti proposti come senatore - si mette in mostra per aver votato contro l'abolizione della pena di morte in guerra, oltre che nientemeno per essersi fatto relatore dell'Istituzione della "Giornata della memoria" dedicata ai martiri per la patria e la libertà caduti sul fronte della lotta al terrorismo internazionale e di una delega al governo per l'abolizione del valore legale del diploma di laurea.

Enrico Giovannini - Presidente Istat.
Suo, e della commissione, il fallimento relativo alla «ricognizione e all’individuazione della media dei trattamenti economici [...] riferiti all’anno precedente ed aggiornati all’anno in corso sulla base delle previsioni dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo contenute nel Documento di economia e finanza». La commissione Giovannini dichiara di aver «preso atto dell’impossibilità di completare il lavoro ad essa affidato».

Giancarlo Giorgetti - senatore Lega Nord.
Nientepopòdimenoche ex sindago di Cazzago Brabbia, oltre ad essere ex onorevole ed ex sottosegretario. Va ricordato soprattutto per un discorso che tenne nel 2007 sul militante ignoto.
… è quello che tutte le mattine,  quando esce di casa, dopo aver ascoltato “Radio Padania”, corre in edicola e compra “la Padania” e gira, ostentandola con orgoglio agli amici.
Per lui è un problema secondario chi sia il direttore, o se non ci trova scritto male della Lega, o che non c’è l’ennesima puntata della guerra tra colonnelli. E non sente neppure il bisogno di autoflagellarsi
andando a leggersi queste invenzioni da altre parti;
… è  quello che si alza alle due del mattino, prende il pullman per andare e portare con orgoglio la bandiera dalla Padania alla manifestazione a Roma. Perché Bossi l’ha chiesto. E sa che è giusto fare così per la libertà del Nord, anche se, secondo la televisione, tutto questo sforzo sembra sia fatto per altri scopi:

… è quello che, piova o tiri il  vento, esce al mattino con i “soci del gazebo” e loro due o tre montano la postazione, sacramentando sugli assenti, sui ritardatari e su Bellerio che ha mandato poco materiale

… è quello che aderisce alle iniziative Padane, anche quelle più sfortunate come la Credieuronord, e che ha buon diritto di lamentarsi e criticare, diversamente da chi mai a queste iniziative ha aderito e diritto di strumentalizzare non ce l’ha.
Ribadendo il concetto nel 2012.
«È un militante ignoto colui che la sera, con il cuore ferito non va a parlare male degli altri in un bar di Laveno o su Facebook: è militante ignoto chi va fra la gente a tenere alta la nostra bandiera, è verbo che ha il cuore impavido».
Mario Mauro  - Senatore di Scelta Civica per l'Italia, ex parlamentare europeo PDL.
Lo ricorderete quando si dimise da capodelegazione del PDL al Parlamento europeo a seguito della nuova ricandidatura di Berlusconi. 
Io voglio ricordarlo perché in seguito all'approvazione da parte del Parlamento europeo di una risoluzione che invita ad eliminare le discriminazioni verso le coppie omosessuali, dichiarò:
«È stato approvato un documento ideologico che ha ben poco a che fare con la concreta tutela dei diritti fondamentali delle persone, ma suona molto di più come un manifesto inneggiante alla distruzione dei valori che hanno originato l'Unione Europea come progetto politico. [...] Come definire altrimenti l'esortazione alle Istituzioni europee ad ingerire nella vita degli Stati nazionali modificando le costituzioni dei singoli Paesi in modo da aprire al matrimonio tra omosessuali prescindendo dalla scelta dei popoli?»

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