8 ago 2010

Le inchieste giornalistiche secondo Sallusti e secondo il Fatto. Notate le differenze e gli errori.

Alessandro Sallusti nel commentare la vicenda della casa di Montecarlo commette una serie di errori marchiani. Non so se sia incompetenza, superficialità o giornalismo ad orologeria, ma intanto occorre fare un po' di correzioni:
1) Sallusti titola: «Tutte le carte che accusano Fini»: bene, mi aspetto dettagli scottanti, testimonianze incalzanti, confessioni inaspettate ... ed invece solo insinuazioni che anche un bimbo di prima media saprebbe controbattere. Invece dubbi più circostanziati sulle operazioni di Fini (e non dettati da esigenze politiche) derivano da Il Fatto che nell'inchiesta di Marco Lillo ricostruisce la situazione ed i vari passaggi di proprietà a prezzi scontatissimi.

2) Pretende spiegazioni da Fini paragonando la sua situazione a quella di Berlusconi (da anni sotto processo): dunque non mi risulta che Fini sia indagato di un bel niente. Da un lato ci sono le beghe private sulla separazione e sulle intestazioni della ex coppia Gaucci-Tulliani (la Tulliani è l'attuale compagna di Fini) relative specie sulle vincite al superenalotto (sia Gaucci che la Tulliani la rivendicano); e dall'altro una eventuale vendita di una casa a Montecarlo da parte di AN ad una società offshore. Fini dovrà spiegare, ma è diverso dall'essere indagati per un reato. In pratica per Sallusti vent'anni di processi a carico di Berlusconi, con le accuse tra l'altro di corruzione, frequentare escort e minorenni è la stessa cosa che una dubbia operazione immobiliare, i cui contorni sono peraltro tutti da accertare.

3) «Fini infatti, da tempo, non è più espressione della maggioranza che lo ha eletto»: spiegate a questa gente che il presidente della Camera non è espressione della maggioranza, non è soggetto a voto di sfiducia come il premier perché non è eletto dal popolo, nè è un dipendente di Berlusconi. Il fatto è che fino al 1994 si eleggevano personaggi politici che si rivelavano super partes perché o di spiccata capacità politica o perché a fine carriera dopo anni di vita politica. Vedi Giovanni Spadolini, Nilde Iotti, Sandro Pertini, Pietro Ingrao. Era un segno di tutela e di garanzie delle minoranze: il partito garantista per statuto (come Sallusti definisce il PDL) ha ribaltato la tradizione: Scognamiglio-Pivetti nel 94-96; Pera-Casini nel 2001-2006; Schifani-Fini nel 2008. Perdonate, ma c'è un abisso.

4) Fini starebbe usando il suo giornale (il Secolo, che secondo Sallusti è pagato da tutto il PDL) per accusare il Giornale di dossieraggio e di altre cosucce: mi spiace deludere Sallusti, anzi no mi dà una gioia immensa ed orgasmatica, ma i contributi alla stampa non li dà il PDL (anzi già che ci siamo: che contributi dà il PDL al Secolo?) ma li danno gli editori e principalmente lo Stato (cioè tutti noi).

Noto una sostanziale differenza tra Il Fatto ed Il Giornale: il primo ha indagato scartabellando, controllando, verificando e pubblicando anche nei confronti di Fini, da molti accreditato come leader di sinistra, e non tralascia critiche a destra e a manca (anche a Napolitano,  non proprio una persona di destra); Il Giornale ha fornito due accuse, di cui la prima peraltro rivelatasi completamente falsa, guarda caso prima a Boffo e poi a Fini che hanno criticato Berlusconi. Sarà un caso?

2 commenti:

  1. Sallusti sa benissimo di mentire come il peggiore dei Giuda, ma sa anche che la gente non sa un cazzo di niente sulle regole della democrazia in cui viviamo (nemmeno il presidente del consiglio è "eletto dal popolo" se vogliamo dirla tutta) e soprattutto sa anche che basta un'insinuazione ripetuta di continuo ("le carte che accusano Fini" anche se non ce n'è manco una di valida) perché per la gente questa diventi una verità indiscutibile.
    A me questo clima fa tanto venire in mente la vicenda Girolimoni (anche se su scala diversa). Giusto per non farsi mancare un altro (come se servisse) parallelismo col ventennio fascista...

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