28 lug 2009

Se le ronde per la sicurezza si picchiano e ci vuole la Polizia.

Quello che è successo a Massa, è un po’, con le debite differenze, come se Polizia e Carabinieri di pattuglia si incrociassero, e cominciassero a prendersi a randellate. Più delle parole contano i fatti, ed i fatti hanno dimostrato che le ronde hanno miseramente fallito perché quanto meno se arrivano alle mani è necessario far intervenire le forze dell’Ordine e quindi la funzione di supporto alle forze dell’Ordine non c’è. Anzi: l'effetto è l'opposto.

È un fallimento perché non dovrebbero essere politicizzate, e quindi dovrebbero essere tutti concordi nella funzione della tutela dell’ordine pubblico. A parole dovrebbe essere così, ma nei fatti, mai discostarsene, non è per nulla così, anzi è decisamente l’opposto. Mi chiedo, a questo punto, se non sia il caso di rivederlo questo pacchetto sicurezza. Se non sia il caso, finalmente, di dare più soldi alle forze dell’Ordine, quelle vere però.

Il bilancio: due ore di blocco ferroviario, due arresti, due denunciati, tre fermati, tre agenti lievemente feriti, due contusi. Se questi sono i grandi vantaggi, stavamo meglio prima.
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25 lug 2009

Visita a Positano.

Ieri giornata di mare a Positano. Ad allietarmi la giornata una piacevolissima spiaggia sassosa che spero valga come anticipo di punizione divina per almeno un paio di centinaia di peccati.

Un po’ di frescura, invece, m’è arrivata da un giovane virgulto - dall’accento che pareva toscano - con la faccia simil princisbecco, che con voce meccanica e monocorde da reduce da playstation non so quale depliant leggeva testualmente: la gita turistica giunge fino ai faraglioni di Capri, che non so cosa siano. Nonostante la temperatura oltre i 30 gradi, un brivido mi ha letteralmente gelato le vene. Un impeto di violenza acuta stava per distogliermi dal libro che stavo placidamente leggendo, e mi stava spingendo istintivamente contro quella emerita faccia di cacciucco. L’impavido ha proseguito dicendo: Mamma ma Anacapri è un isola? Ulteriori attimi di gelo: la famosa isola di Anacapri sfugge agli atlanti di mezzo mondo? Eccolo correggersi in corner alcuni istanti dopo: Sapevi che Anacapri è un comune di Capri? Questo o è sceso da Marte l’altro ieri, o faceva compagnia ad Heidi, al nonno ed alle caprette facendo ciao insieme alle montagne? Occorrerebbe spiegargli che effettivamente Anacapri è un comune con più di 6000 abitanti.

Lascio perdere il cacciucco, e mi dedico al bagno dopo un corso accelerato per fachiro esperto: il tempo di riuscire a bagnarsi e decidersi se morire in acqua tuffandosi di fretta e furia o sui sassi che segnano ogni tuo movimento in acqua.

Dopo pranzo riprendo la lettura, allietata dalla sinfonia di un simil porcelluzzo semipaonazzo che ha ronfato più di mezz’ora (per circa una quarantina di pagine) che aveva vicino una ragazza anche caruccia, ma che fingeva di non conoscerlo dato che il suo russare si sentiva fino a Sorrento.

Concludo volendo ringraziare il ragazzo del bar dell’aliscafo che mi riconduceva a casa: Ciao mi dai una cocacola? Lui a me: Ecco. Posso avere una cannuccia? Lui con aria sconcertata: Non ci sono, un bicchiere va bene? Con aria ulteriormente sconcertata indicando di fronte a lui: Guarda che sono qua, ne prendo una. Lui un po' così: Ah sì è il primo giorno scusa. Amico caro io ti scuso pure, ma ti ho chiesto una cannuccia, non un triplo salto carpiato.

Seriamente parlando, Positano è una delle perle del Mediterraneo, insieme agli isolotti Li Galli che sono di importanza storica, visto che tradizione vuole che Ulisse sia stato tentato lì dalle sirene (tradizione alimentata anche dalla presenza di relitti). In tempi recenti, peraltro, anche Nureyev e De Filippo furono tentati dalla bellezza di questi isolotti che furono da loro acquistati ed abitati.

23 lug 2009

Ipse dixit-gold edition: Silvio Berlusconi.

25 novembre 1994 - Convention UDC
Sarebbe veramente grave che qualcuno che è stato scelto dalla gente, l'unto dal Signore, perché c'è qualcosa di divino dall'essere scelto dalla gente, possa pensare do tradire il mandato dei cittadini. (Frase smentita diverse volte).

Le opzioni sono due: o è stato veramente unto da un signore, ma da un signore addetto alla frittura di supplì e simili, oppure un suo sosia comunista (l'ipotesi più accreditata è D'Alema) gli ha messo in bocca questa frase.

1999
Anche Gesù ebbe tra i suoi apostoli un traditore, e noi non siamo più bravi di Gesù.

Meno male che è umile, perché il dubbio che fosse più bravo di Gesù ci stava proprio sfiorando.

Febbraio 2006 - Ancona.
Io sono il Gesù Cristo della politica, una vittima, paziente, sopporto tutto, mi sacrifico per tutti.

Sì sì, bravo, sacrificati tu che puoi, perché a noi pesa.

10 luglio 2008 - Palazzo Grazioli, di rientro da Tokyo.
Andatevi a godere la notte. Io ormai sono un santo.

San Silvio da Arcore. O Papi da Villa Certosa.

22 luglio 2009
Non sono un santo, è bene che lo capiscano anche quelli di Repubblica.
S'è dimesso dalla carica di santo: ora non parlate più del conflitto di interessi per favore.


Silvio Berlusconi (ex Santo; ex Unto dal Signore della friggitoria, attuale Papi in carica e tra le altre cose anche Presidente del Consiglio dei Ministri).

20 lug 2009

Prima vittoria per De Magistris.

Una notizia quasi in tempo reale che dubito riuscirete a trovare nei giornali e telegiornali dei prossimi giorni: Luigi de Magistris è stato eletto Presidente della Commissione Controllo sui Bilanci del Parlamento Europeo.

Maggiore importanza ancora assume la notizia, se si pensa al ruolo di lotta alle corruzioni ed alle frodi che avvengono per esempio in relazione ad i finanziamenti che, specie in Italia, non sempre vengono sfruttati a dovere.

Per un approfondimento sul controllo di bilancio effettuato dal Parlamento Europeo, vi rinvio alle note sintetiche del sito http://www.europarl.europa.eu/
.

Upload del 23 luglio 2009.
Inserisco un ulteriore rinvio: l'intervista di de Magistris al blog di Beppe Grillo. Chiarisce molto bene il ruolo che dovrà svolgere ed anticipa la nascita di un suo blog personale.

19 lug 2009

Paolo Borsellino (19/07/1992-19/07/2009)

Oggi è il 19 luglio. Una data importante per ricordare un importante combattente la mafia: Paolo Borsellino. Insieme a lui Emanuela Loi, prima donna della Polizia caduta in servizio, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Credo che la frase migliore da ricordare sia la seguente: «L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati».


Paolo Borsellino, Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa, 26/01/1989. A distanza di 20 anni è una frase ancora attualissima.



18 lug 2009

Caso Sandri: in primo grado 6 anni a Spaccarotella

La sentenza sull’omicidio di Gabriele Sandri ha dato vita, come diverse volte accade, ad uno strascico di polemiche.

I famigliari delle vittime commentando la sentenza spesse volte si sentono insoddisfatti della giustizia, vivendo il loro dramma vorrebbero sempre giustizia come se questa potesse porre rimedio al loro lutto. Così i giornalisti chiedono diverse volte: Siete soddisfatti della sentenza?

Quello che diverse volte vedo (e che ho visto anche in questo caso) assomiglia di più ad un desiderio di vendetta non ad un desiderio di giustizia. Questa reazione, assai sgradevole pur nella comprensione che si vive un dramma, dimostra assai poco rispetto per la categoria dei giudici e dei tribunali; oltre che nei confronti delle forze dell’ordine ed anche dei morti.

La giustezza di una pena spesse volte viene confusa con una pena severa (o comunque non proporzionata): non è sempre così. La pena giusta, se esiste, non è né alta né bassa, ma dev'essere proporzionata. Se proprio dobbiamo parlare di giustizia, dobbiamo farlo fino in fondo: dovrebbero protestare tutti i ladri di destrezza, in quanto il furto aggravato ha nel massimo una pena di 10 anni di reclusione, mentre le lesioni personali gravissime hanno una pena nel massimo di 12 anni di reclusione. È giustizia questa? No: la tutela della salute è più importante della tutela del patrimonio. Peccato che il codice Rocco, ancorché abbia una parte generale all’avanguardia ed ancora valida (per esempio il principio della personalità della pena od il principio di legalità), ha una parte speciale che prevede proprio l’opposto: tutela del patrimonio quanto meno uguale alla tutela della salute. È giusto insultare, turpiloquiare e creare bagarre nei confronti dei carabinieri e degli avvocati difensori per manifestare disaccordo? È giusto presentarsi, come ha fatto il gruppo di tifosi dell’Arezzo “La Fossa”, con la scritta ACAB (All cops are bastard)?

Sfugge a molti la differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente, ed effettivamente è una differenza labile e molto tecnica. Anche in questo caso, forse, una modifica va fatta legislativamente. E chissà se le valutazioni fatte dalla giuria popolare della Corte d’Assise sono tecnicistiche e specifiche o meno. Sfugge ai più il vero senso di solidarietà, che io intendo come fratellanza e vicendevole aiuto. Non aggressione verbale e turpiloquio, ma conforto nel momento del bisogno. Sfugge ai più la differenza tra verità assoluta e verità giudiziaria (o verosimiglianza).

Non so se la sentenza sia giusta o sbagliata, se gli anni giusti siano 6 o 12 o 24. So per certo solo questo: che quando si prende la mira non è detto che si voglia uccidere (dolo), ma anzi mirare può anche servire per NON uccidere e solo, magari, per ferire, o per sparare alle gomme (come ci ricorda sapientemente Cristiano Sandri cinque testimoni hanno visto Spaccarotella mirare per diversi secondi).

So per certo che prendere la mira da 70 metri (se fosse comprovato giudizialmente), verso una macchina in movimento e mentre passano le auto nelle carreggiate, francamente è un terno al lotto forse anche per i tiratori scelti; e se non fosse comprovato questo, in ogni caso un atteggiamento colposo non è smentito dalla difesa (l’autodifesa di Spaccarotella sostiene che il colpo è partito mentre correva).

So per certo che commentare le sentenze (peraltro di primo grado) con aria di verità assoluta, è un vizio che molti dovrebbero togliersi.
NOTA BENE
Dal 17 luglio scorso è attivo il mio contatto MySpace, per chi volesse contattarmi o per chi volesse seguire il blog da lì.

15 lug 2009

Grillo alla guida del PD.


La candidatura di Grillo alla segreteria del PD ha sparigliato le carte. Bersani e Franceschini pensavano di avere vita facile al Politburo Disastrato, data la scarsa copertura mediatica che hanno dato ad Adinolfi, e forse ritenendo Marino un avversario battibile. In realtà il nuovo che avanza è mal visto dalle gerarchie del PD.

Aderiscono al motto del cambia tutto affinché non cambi nulla, ed è vero: Bersani è stato ministro, Franceschini è già stato vice di Veltroni e poi segretario lui stesso; Marino ed Adinolfi, che guarda caso hanno un curriculum politico di minore entità, non me ne vogliano, hanno aperto a Grillo.

Ci si può lecitamente chiedere: perché impedire a Grillo la sua candidatura? Inizialmente erano problemi legati alla residenza, ma ora la domanda sarà fatta da Genova Nervi dove risiede Grillo. Poi, per dimostrare unità di idee e di intenti, si sono susseguite diverse dichiarazioni: Fassino ha detto che il Partito Democratico non è un taxi, Bersani ha detto che il Partito Democratico non è un autobus e la Melandri ha detto che il Partito Democratico non è un tram.

Poi è intervenuta la Commissione di Garanzia del PD ha sostenuto che non è possibile candidare Grillo perché «egli ispira e si riconosce in un movimento politico ostile al PD. La delibera verrò resa nota sul sito nei prossimi giorni». Aggiungo, al commento di Grillo sul tema, che la Commissione di Garanzia dovrebbe comunque decidere secondo lo Statuto, e se secondo lo statuto non ci sono motivi contrari alla candidatura. Sul tema, tuttavia, cito l’ultimo passaparola di Travaglio che esprime benissimo un concetto:
«i casi sono due Grillo alle primarie prende pochi voti e allora loro potranno dire: avete visto, era un bluff, ai nostri elettori non piace, ha sbagliato partito e quindi perché preoccuparsi, oppure invece Grillo prende molti voti e allora dovrebbero domandarsi il perché, perché chi è che va a votare alle primarie del Partito Democratico per Beppe Grillo? Elettori del Partito Democratico che condividono quello che dice Grillo, allora forse invece di occuparsi di Grillo, del suo linguaggio, della sua barba, della sua figura e fisionomia, forse farebbero bene a domandarsi perché una parte degli elettori del Partito Democratico, nonostante che Grillo abbia sempre bastonato il Partito Democratico, magari condividono quello che dice lui, non sarà che per sentir parlare di ambiente, di lotta al nucleare e di rifiuti zero bisogna andare sul blog di Grillo?»

È ottima l’idea delle primarie, garantisce un ricambio e comunque un collegamento con la base che in teoria è veramente democratico, meglio sempre delle votazioni plebiscitarie per acclamazione del PDL, ma a volte ho l’impressione che nel PD si abbiano anche buone idee, ma che le si applichino con delle brutte copie spiegazzate e sbiadite.

14 lug 2009

Oggi sciopero a metà


Sostanzialmente condivido nel merito, ma ci sono tre motivi di forte perplessità in relazione allo sciopero:
1) scopo dei blog (e quindi attività dei bloggers) è quello di veicolare idee, pensieri ed informazioni, mentre scopo dello sciopero è rivendicare i propri diritti (portando un danno collaterale agli utenti, ma un danno principale al "padrone" il quale dovrebbe con questo convincersi a concedere qualcosa per non subire ulteriore perdita di produttività). Lo sciopero del blog non comporterà un danno al "padrone" ma solo (eventualmente e con seri dubbi) un danno o un fastidio agli utenti, peraltro limitato nel tempo (sotto questo aspetto condivido con Pietro Pellescura e parzialmente dissento da W il non leggerlo: non succede nulla se si scrive il giorno dopo). Quindi diciamo che è uno sciopero che ha le armi spuntate.

2) condivido invece con W il non leggerlo (e con Coscienza Critica): lo sciopero andrebbe quanto meno rimandato a settembre (come è stata rimandata la legge, cito da W il non leggerlo, in una sorta di "aborto legislativo talmente evidente da far sussultare lo stesso Presidente Napolitano"), e nel frattempo invece del silenzio rumoroso si dovrebbe fare opera di moral suasion. Cercare di convincere non tanto noi stessi ma chi ancora per esempio non sa, non capisce o finge di non sapere nè capire. Quindi continuare a far veicolare queste problematiche magari in un modo più originale dello sciopero. Ci sono ancora margini di discussione ed anche questo è in contrasto con lo sciopero, cui generalmente si giunge quando le parti non hanno più nulla da dirsi.

3) Ulteriore fattore che spunta le armi allo sciopero è che la maggior parte dei bloggers non postano quotidianamente, con il rischio di attenuare la portata dello sciopero.


Queste motivazioni, ribadisco, che non riguardano il merito dell'iniziativa, ma il modo di porsi, e spero siano comunque un modo per continuare a riflettere anche al di fuori dello sciopero. Lo sciopero a metà perché rimango perplesso da un lato, ma d'altro canto pubblico il banner e do spazio all'iniziativa quanto meno nella speranza di contribuire a dare maggior forza al merito.

11 lug 2009

Conclusioni sul G8 a L'Aquila

1. Incontro di Obama+First Lady con il Papa (quello vero) e con la brasiliana.
Nota un po' di vivacità: faccio notare che sempre dalle foto di La Repubblica si evince al più un accenno di inchino di Obama, molto più discreto del bacio di Silvio, senza contare che lo sguardo di Obama nella prima foto con il Papa (nella sequenza tratta da La Repubblica) mi sembra simile a quello che rivolge alla ragazza brasiliana che gli passa di fianco (Foto Reuters). Ci manca solo che Berlusconi dica che se in America non si scandalizzano più di tanto è perché il maccartismo ha perseguitato con grande successo i comunisti e siamo a posto.
2. Il vertice è riuscito grazie alla lucida follia di Berlusconi: parliamone.
Qualche piccolo contraccolpo politico alla vigilia del G8 mi faceva temere il peggio. Sarà che da quando al posto di Bush c'è Obama ed al posto di Putin c'è Medvedev (comunque discretamente vicino al primo), Berlusconi è in secondo piano (diciamo che è per questo, ma forse è anche per molto altro): ho già parlato l'altroieri dell'accordo sul disarmo Obama-Medvedev e delle foto-spot, e quindi non mi ripeto oltre misura.

Ieri, dopo aver scritto il post sul secondo giorno di G8, ho visto le foto pubblicate da La Repubblica della stretta di mano tra Obama e Gheddafi. Ci avevo scherzato senza saperlo (pensando che il buon Silvio volesse proporre la cosa a tavola trovandosi proprio tra l'uno e l'altro). Il povero Silvio forse avrebbe pagato oro, e ci avrebbe ricamato per la vita su questa stretta di mano, magari vendendo le foto a Chi. Se per una foto/spot tra Obama e Medvedev (che a momenti fingevano di non conoscerlo) hanno firmato un accordo di progressivo disarmo; forse per stare in mezzo ad una stretta di mano per certi versi storica forse si sarebbe vantato di aver portato imperituramente la pace nel mondo e si sarebbe proposto come Papa (o papi).

3. Cosa dice la stampa estera?
Il Financial Times fa i complimenti al Cavaliere (occorre essere oggettivi e riportare la stampa estera anche quando elogia Silvio). Ma non posso tacere che per non riuscire il G8 Berlusconi doveva solo toccare il culo alla Merkel o fare un festino con tutte le 20 amazzoni di Gheddafi, ma per fortuna non siamo arrivati a tanto.

Le Monde del 09 Luglio (a firma di Hélène Franchineau), la versione italiana è tratta da Italiadallestero.info, passa in rassegna le varie fonti di polemica tra Berlusconi e la stampa, in special modo il Guardian; cita la protesta degli sfollati (le vere ladies con la scritta Yes we Camp) ma non fa riferimenti positivi sull'organizzazione.

Continuerò a monitorare la stampa estera in attesa di saranno novità degne di nota sul G8.

4. Conclusioni
In realtà la riuscita o meno di questo specifico G8 (e ciò che dice la stampa estera) non può prescindere anche dal fatto che le promesse sono sempre le stesse: diremo, stanzieremo, faremo, prometteremo, stiamo convergendo, entro 10 miliardi di anni avremo un accordo. Almeno Barack Obama ha ammesso pubblicamente gli errori precedenti del suo paese in tema ambientale. Può essere un piccolo passo. Molto piccolo.

Peraltro il 16/06/2009 Kofi Annan dichiara "l'improbabile realizzazione dell`impegno del G8 di raddoppiare gli aiuti all'Africa entro il 2010". L'associazione One, chiede come mai Francia ed Italia non hanno rispettato le promesse del G8 2005 di Greeneagles (Primo Ministro Berlusconi). Anzi mi risulta, dal sito Diregiovani.it, che l'Italia è lo Stato con la peggiore "performance" in ambito G8.

I dubbi sulla reale efficacia in generale del G8, oltre da quanto detto, giungono anchhe dal fatto che si pensa di tramutarlo in un G14. Sicuri che sia un successo?

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Articolo in lingua originale di Le Monde (Hélène Franchienau)

10 lug 2009

Note del secondo giorno di G8 a L’Aquila.

1. Ma il G8 serve davvero?
Il concetto degli 8 grandi paesi; delle 8 grandi economie dà l’idea che tutti gli altri siano piccoli, secondari: insomma un peso per tutti. È fin troppo ovvio che non tutte le economie sono uguali, esistono paesi più ricchi e paesi più poveri, ma sancire di fatto che i più grandi ed i più forti economicamente si riuniscono nel club esclusivo, è un po’ come ritornare indietro di qualche secolo.

Mi dà l’idea di quei ragazzi che per esprimere la loro virilità, il loro essere maschio devono fare l’uscita solo uomini col rutto libero. Dimostrare di essere indipendenti e in qualche modo superiori, una sorta di capobranco.

Senza contare che i tempi cambiano ed anche le economie: si parla di G14, o anche di G20. Comunque sia sempre grandi e piccoli, emergenti e moribondi. Se volessero, potrebbero vedersi in ambito ONU con tutte le contraddizioni del caso: come per esempio il diritto di veto dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, manco a dirlo: USA, Cina, Russia, Regno Unito e Francia.

Se volessero prescindere dall’ONU potrebbero fare tranquillamente una riunione a cinque: il presidente della Commissione Europea; il presidente della lega Africana; il presidente della lega araba; il presidente della lega dei paesi dell’America Latina; ed un rappresentante dei paesi asiatici e mediorientali. C’est plus facile.

2. Gheddafi nuovamente in Italia.
L’ultima volta tra ritardi ed amenità varie, Gheddafi aveva affermato che in Africa le donne sono trattate come mobilio. E tutte le donne che da 25 anni gli fanno da guardia del corpo, una sorta di amazzoni, hanno applaudito in modo silenzioso ma convinto. Gli avranno forse poi spiegato che in fondo in fondo anche in Italia c’è un concetto analogo senza che venga considerato poi tanto più ciarpame senza pudore, salvo qualche sparuta quanto pervicace sacca di comunisti.

Tuttavia penso al povero Obama che s’è trovato di fianco Berlusconi ed appresso ancora Gheddafi: lo immagino tesissimo in attesa di qualche gesto inconsulto e qualche improvvisata, che so una foto con Gheddafi ed Obama che si abbracciano, cose così.

3. Novità.
Dunque da un lato le first ladies in giro per il centro storico disastrato, altre ladies accorse a farsi baciare, abbracciare ed autografare da George Clooney, ed al Tg3 si parla della protesta degli aquilani, mentre un’altra inviata chiede al Clooney di cui sopra se il film che intende fare con un richiamo all’Abruzzo serve a richiamare l’attenzione su QUELLI NELLE TENDE. Le ladies (forse le più vere insieme a diversi veri gentlemen) continuano a protestare (la «reazione civile» di cui ho già detto ieri).


Sul clima si parla della riduzione delle emissioni da ottenere entro il 2050 (e non tutti sono d’accordo, si parla comunque di passi avanti), senza dimenticare che per alcuni catastrofisti moriremo il 21 dicembre 2012 (ma già sto preparando un mega Capodanno 2013: amo essere in anticipo); e senza dimenticare che purtroppo, a parte scherzi e previsioni dubbie, la situazione è considerata ad un punto di non ritorno. Il 2050 potrebbe essere troppo tardi. Sono convinto che su diversi temi (vedi le auto elettriche per esempio) si potrebbe risolvere il problema in pochi anni.

Sulla fame nel mondo, dinanzi ad una tavola super imbandita i leader mondiali hanno concluso che la fame nel mondo esiste, che i povirazzi sono più di un miliardo ed entro il 2010 dovrebbero concludere gli accordi di Doha sugli aiuti ai paesi più poveri.

4. See the difference.
Silvio Berlusconi: Sconfitti i disfattisti, grande leadership italiana.
Barack Obama: Spesso in passato il mio paese non si è fatto carico delle proprie responsabilità (tema ricorrente in Obama nda) … dobbiamo fare di più.

9 lug 2009

G8 - L'Aquila 2009: notizie dal primo giorno


Note successive al 1° giorno di G8 a L'Aquila.

1. Notizie dalla Popolazione Aquilana.
La protesta continua. Ma più che protesta la definirei «reazione civile», non tanto nel senso di ordinata e pacifica, ma nel senso che proviene dai cives, dai cittadini. Reazione che mira (cito dal blog Miss Kappa) alla ricostruzione rapida, al dialogo, ai fatti. Vedo amore per la propria terra, volontà di contribuire ognuno con le proprie idee, più che con i propri mezzi.

Mi domando se sia veramente utile il G8 a L'Aquila. Certo la visibilità mondiale che si dà a questo luogo, ma l'enorme disagio che si fornisce alla popolazione, già esasperata e stremata per questa tragedia dove la mettiamo? Finita la passerella e spenti i riflettori rimarrà solo il dramma ed i suoi postumi?



2. L'arte della diplomazia (mancata).
Obama ha elogiato Napolitano, con una finezza diplomatica maiuscola, peccato che Berlusconi non abbia compreso, o abbia fatto finta, e si sia preso i complimenti per sè. Pur senza citarlo direttamente, Obama ha messo in rilievo le differenze tra Napolitano e Berlusconi, sottolineando che il primo «rappresenta nel migliore dei modi» l’Italia. Non ha parlato di leadership forte della presidenza del G8 (dal lato berlusconico fanno ancora male le affermazioni del Guardian sulla possibile espulsione dell'Italia dal G8 a favore della Spagna). Avrebbe sicuramente potuto elogiare senza remore il premier, se avesse voluto. Volendo differenziare le persone, concetto difficile da capire ai più anche nella vita di tutti i giorni, si possono anche lanciare messaggi sottili che sta all'abilità delle persone cogliere.

Ora: Berlusconi si è sempre vantato non solo di voler rinnovare la diplomazia italiana col suo modo di fare, ma anche di essere amico personale di tutti, che peraltro equivale in politica come nella vita a non essere amico di nessuno. Un esempio tra tutti: recentissimo quanto rilevante, è l'accordo sul disarmo nucleare firmato da Obama e Medvedev (peraltro dovrebbe leggersi pressochè come si scrive non Meded...Medved...Mevded ed altre variabili universalmente orripilanti). Nella foto Obama e Medvedev già conoscevano presumibilmente le trattative avanzate (siamo al G20 di fine Maggio 2009) e sornioni l'hanno lasciato giggioneggiare, salvo poi concludere gli accordi seriamente in separata sede.

3. I rapporti con la stampa.
Nella conferenza stampa di ieri, Berlusconi sembrava aver ritrovato il feeling con la stampa italiana ed estera (specialmente l'ultima lo sta letteralmente massacrando di critiche quotidianamente da ogni parte). Si vantava di aver avvicinato i luoghi dei colloqui dei vari leader del G8, ai luoghi dei colloqui con la stampa. Tutto gentile ed in ghingheri. Sembrava volesse dire, CONSAPEVOLE DELLA SERIETÀ DELLA STAMPA ESTERA: «Come siete bravi, come siete belli, non fatemi fare figure di cacca». Peccato che, CONSAPEVOLE DELLA SERIETÀ DELLA STAMPA ESTERA, non ha concesso di porre domande di sorta.
P.S. La prima foto è tratta dal blog Miss Kappa

7 lug 2009

Matteo Salvini

Personaggio di oggi è Matteo Salvini. Nel vederlo (e purtroppo nel sentirlo) cantare con un coro da stadio contro i napoletani definiti puzzolenti, colerosi e terremotati (immagino intesi nel senso peggiore del termine) mi sono cadute le braccia. Ma poi le ho subito raccolte per non perderle. Nel mentre mi sono ricordato della sua proposta del metrò per soli milanesi. D'altronde le conseguenze sarebbero solo mie se prendessi a calci la porta per la rabbia: potrei rompermi un piede o rompere la porta (e francamente non ne vale la pena senza braccia). L'attrezzatura per un rito woodoo l'avrò persa da qualche parte.

La reazione occorre averla nella propria memoria, e dovrebbe essere una reazione di tutti. Non certo ricordando tutti gli insulti che gli si vorrebbe mandare, nè ricordandosi di un vicolo particolarmente buio ed isolato in cui condurlo per spiegargli civilmente che si è sbagliato. Le ronde fasciste facevano così (spero nessuno si scandalizzi per il termine ronde).

Quindi ho pensato che sia opportuno chiedere le dimissioni di Salvini da ogni suo incarico attuale ed anche futuro, inoltre dovrà fare un video di scuse in dialetto puzzolente/coleroso/terremotato (che in lingua padana significa in dialetto napoletano) mentre balla la tarantella. E se non basta imparerà a memoria 'O Sole mio (che dovrà cantare tre volte al giorno per tutta la vita).

Se poi qualcuno per caso sa di comprovate origini partenopee di Salvini, è pregato di farsi vivo. Sarà lodato perpetuamente per la segnalazione.

6 lug 2009

La Carta europea per la libertà di stampa.

«La Carta per la libertà di stampa riafferma con decisione alcuni valori fondamentali, quali il pluralismo dei mezzi di informazione e la libertà di espressione e di informazione, su cui si basano le tradizioni democratiche dell’Europa e che sono consacrati nei testi giuridici fondamentali. Inoltre ricorda che, per promuovere una vera libertà di stampa, le autorità pubbliche devono svolgere un ruolo preciso: devono essere pronte a proteggere la libertà di espressione e a favorirne lo sviluppo».

Vivian Reding (commissario europeo responsabile della società dell'informazione e dei media).

Nota a margine: La Carta europea per la libertà di stampa, sancisce il divieto della censura; la libertà di accesso alle fonti di informazione nazionali e straniere; la libertà di ottenere e diffondere le informazioni; il diritto alla protezione dei giornalisti da qualsiasi tentativo di controllo. Mi sarà sicuramente sfuggito, ma non ho sentito i media tradizionali, parlarne dal 25 maggio scorso (data della presentazione della Carta) ad oggi. Correggetemi pure se sbaglio

2 lug 2009

In memoria di Petru Birlandeanu.

Aggiorniamo la situazione relativa alla morte di Petru: l'omicidio di Montesanto dello scorso 26 Maggio.

1. I colpevoli dell'omicidio.

Non so chi ricorda il video della sparatoria alla stazione della Cumana (e quella della Funicolare adiacente) a Montesanto. Ebbene è notizia di oggi che hanno arrestato uno dei partecipanti al raid (le foto dell'arresto pubblicate sul Repubblica.it). Cito testualmente da un articolo di Conchita Sannino: «Non si tratta, tuttavia, di comuni cittadini che hanno deciso di rompere il muro dell´omertà, ma di quattro persone legate, in maniera diversa o trasversale, ai business sporchi del territorio. In particolare, a puntare il dito contro Ricci sono un neo-pentito che è stato il capopiazza dello spaccio ai Quartieri Spagnoli; una giovane di un piccolo clan del territorio; e un´altra donna, ex testimone di giustizia, anch´ella testimone insieme con il suo compagno della scorribanda armata di Ricci e dei suoi complici. Ma va precisato che, ai fini della fondatezza del racconto, i pubblici ministeri e la polizia hanno potuto provare, oltre ogni eventuale risentimento, la loro attendibilità».

2. Conferma della vigliaccheria di una parte dei napoletani.

Analizzando uno dei tanti articoli dell'edizione on line di Repubblica.it, noto che il sindaco Rosa Russo Iervolino ha detto: «Cosa avrebbero fatto i milanesi o i romani sotto il tiro di pistole che non si capiva da dove venissero? Sarebbero scappati oppure no? Fuggire è una reazione istintiva». Giusto: è una reazione istintiva. Come ho già avuto modo di affermare è stato anche il mio primo pensiero. Ho cambiato idea dopo aver visto le immagini. Chi c'era ha avuto il tempo di domare l'istinto e quando meno di poter chiamare un'ambulanza.

A distanza di diverse settimane, tuttavia, a conferma che non è istinto ciò che è successo nella folla, riprendo le considerazioni di Andrea Pennasilico (procuratore aggiunto) «Fino a questo momento (l'articolo è datato 18/06, n.d.a.) neanche una delle persone presenti al momento dell´azione si è fatta avanti. Eppure erano in tanti. Nessuno si è precipitato al primo commissariato di polizia o alla prima stazione dei carabinieri per denunciare l´accaduto o collaborare alle indagini. Non è un appello ma una semplice considerazione. L´inchiesta va avanti e speriamo di conseguire risultati».

3. Testimonianza di Ernesto Cravero.

Ho letto la testimonianza del Prof. Cravero. Posso garantire, conoscendo la zona, che la descrizione di ciò che accade quotidianamente a Montesanto è decisamente realistica. I quartieri spagnoli sono una realtà a sè stante, lo sono i vicoli di Napoli in generale. Se non sei dei vicoli percepisci di essere in un mondo diverso. Talvolta scherzando dico: siamo ancora a Napoli? Ma forse dentro di me non sto scherzando molto.

A proposito di omertà e di paura, è più che naturale che il prof. Cravero (diciamocelo, come molti di noi) non abbia voluto fare l'eroe, e non appena ha intuito un pericolo per la propria vita «se n'è
fujut'», se n'è scappato. Così com'è più che naturale che si sia disorientati, ma almeno dal prof. Cravero abbiamo avuto una descrizione, una testimonianza. Chissà se ha avvertito anch'egli l'ospedale. Dagli altri presenti? Abbiamo ottenuto che non si sono interessati alla situazione (Cravero almeno è tornato sui suoi passi potendo rimanere nel sicuro del treno), cercando con tutto comodo di proseguire le loro attività, non hanno chiamato un'ambulanza (dalla descrizione di Cravero ho capito che non ha chiamato i soccorsi perché ha visto che lo facevano già altri), e a quanto risulta non hanno testimoniato in seguito, al di là di alcune «sentinelle» che hanno deciso di collaborare (Cravero almeno ci ha reso partecipi di un suo punto di vista). Attendo smentite di tutto questo casomai fosse errato.

Soprattutto condivido un aspetto: l'esercito è presente e concentrato al Vomero, non a Montesanto. A via Scarlatti (zona centrale del Vomero) è possibile trovare in poche decine di metri camionette dell'esercito, auto della finanza, e presìdi dei vigili urbani. A Montesanto?? Qualche anno fa, per diversi mesi mi capitò di andare con molta più frequenza, rispetto ad ora, a Montesanto. Ho visto di tutto. Molte cose descritte nella testimonianza, ed anche un signore che vendeva cozze in mezzo alla folla ed al traffico su un mini banchetto di legno, in spregio a qualunque norma di igiene. Addirittura se sostavo qualche minuto con la macchina dovevo stare ben attento a non danneggiargli il «nobile esercizio». Difficilmente ho visto un presidio fisso della polizia o dei carabinieri, nonostante due commissariati nei dintorni.

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