16 gen 2009

Cesare Battisti e gli omicidi politici.

Di Cesare Battisti sono quasi trent’anni che si dice di tutto e di più. La questione di Cesare Battisti sta un po’ dividendo soprattutto perché c’è una parte di opinione pubblica che ritiene che l’ergastolo a suo carico sia ingiusto. Non avendo un’idea (se non dai giornali) dei processi svolti, limito le mie considerazioni ad alcuni aspetti di carattere generale.

In primo luogo è che la differenza tra omicidio politico e omicidio comune è tra le assurdità più universali che l’uomo possa mai inventare. Non è una distinzione da farsi; non è una giustificazione valida. Causare la morte di una persona è un evento di sicuro tragico, ma talvolta coperto da cause di giustificazione (per esempio la legittima difesa: hai comunque provocato la morte di una persona, ma senza commettere reato). Il fare politica, cioè il voler governare o quantomeno contribuire, non può mai sfociare nel compimento di uno o più omicidi. E neanche reati meno gravi. La prima idea che deve passare è che governare un paese e ogni sorta di disonestà, anche lieve, sono due cose che dovrebbero appartenere a due mondi diversi e non comunicanti.

Prima conseguenza è che chiunque abbia commesso reati per far affermare la propria parte politica o la propria opinione (penso a tutte le lotte armate di destra o di sinistra) certo non può essere assolto per questo. E questo per non aver usato mezzi legali. Se fosse stato arrestato per aver aderito ad un partito, ad un sindacato o per aver espresso in qualche modo (legale) la sua opinione, allora certo la condanna, ancorché definitiva, sarebbe un abominio.




Secondo luogo: tendenzialmente, oggi più di ieri, strategia migliore è sempre quella di dimostrare la propria innocenza all’interno del processo, piuttosto che scappando per mezzo mondo (come Cesare Battisti, ma non è l’unico caso). Non siamo più nella stagione dell’emergenza e negli anni di piombo. Chi evade ha torto. Chi si rende latitante, per quanto sia un suo diritto, non dà una buona impressione di sé.

Se Cesare Battisti fosse realmente innocente sarebbe stata cosa buona e giusta che non fosse andato scappando per 30 anni, e che non si fosse fatto processare in contumacia.



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