7 nov 2008

Il punto della settimana: da Licio Gelli a Barack Obama, passando per la Gelmini.

In principio era Licio Gelli ex capo della disciolta (illegale) loggia massonica P2. E giù tutti a gridare allo scandalo che tornasse in televisione, che dicesse che l’unico in grado di poter applicare le sue idee fosse Berlusconi. E nessuno a ricordare la vicenda processuale relativa all’appartenenza o meno di Berlusconi alla P2. E giustamente Berlusconi, invece di prendere le distanze che fa? Trova più di buon gusto ironizzare su Obama "abbronzato". Occorrerebbe spiegare che se a fare una battuta inopportuna (perché è questo, e non una "carineria") è una "persona normale" si può sorvolare; se la fa il premier di uno Stato si fa una figura barbina mondiale. Anche perché Berlusconi queste cose non le racconta davanti al caminetto ad Arcore, ma, siccome è un furbacchione, le dice ai giornalisti.

Nessuno, poi, a dire che la riforma Gelmini, invece di tagliare i fondi alle scuole ed inserire cambi quanto meno opinabili alle elementari, dovrebbe obbligare i professori delle superiori ad organizzare i programmi in modo tale che i ragazzi dell’ultimo anno si spremano le meningi sul -900 e sui cambiamenti epocali che ora come ora sono patrimonio esclusivamente di chi li ha vissuti.

Concluderei, riallacciandomi all'elezione di Barack Obama, con lo stupore della stampa italiana per il primo presidente americano di colore: ciò che dovrebbe essere una cosa normale, all’atto pratico vien fatta passare come una cosa straordinaria. Sicuramente è un gran passo in avanti, rispetto a quando, proprio in America, le persone di colore erano schiavizzate; sicuramente è un fatto che va ricordato, ma non ci vedo nulla di strano o di straordinario. Il prossimo passo per l'umanità, auspicabilmente realizzabile in tempi brevi, giacché dovrebbe essere già sensazione condivisa, è il non meravigliarsi per le cose normali (leggi: una persona di colore presidente USA).

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