2 set 2008

Maschere napoletane. Capitolo secondo: l'invadente

Dopo aver affrontato la vajassa, occorre stare ben attenti ai soggetti invadenti, quanto meno perché spesso arrivano quando meno te li aspetti. La figura dell’invadente in cui v’imbatterete può presentare molte sfaccettature. Una prima è quella dell’invadente servizievole: pur di farsi bello dinanzi alla propria vittima, quasi gli strappa le cose di mano in modo ansiogeno/frenetico andante. Frasi ricorrenti saranno: Lasci lasci faccio io, dia a me! Lei si riposi! Per carità. Un atteggiamento simil-lecchino che è giustificato, in parte, solo dal fatto che ci si vuol rendere servizievoli. Ci manca solo che dica: la prego mi frusti, sono sotto i suoi piedi (e la tentazione a volte viene di tenerseli sotto i piedi, almeno stanno un po' fermi!). Alla lunga è estremamente fastidioso per la congenita e continua sottrazione di soddisfazione, finalizzata a mettere in luce la loro bravura, a volte solo presunta. Come se volessero farsi apprezzare ed ammirare, ma che equivale ad andare oltre il voler essere cortesi, perchè la cortesia la si fa, in genere, non per farsi belli, ma perchè si vuole essere gentili.

L’invadente imperativo presenta tratti un po' diversi: se il soggetto in questione ha la seppur minima impressione, talvolta anche sbagliata, che la propria vittima abbia un desiderio o un'esigenza, anche se di dimensioni infinitesimali, quel desiderio diviene un ordine, per l’appunto, imperativo. Difficilmente ci saranno santi in Paradiso così potenti che vi scamperanno da quell’ordine. O avrete la risposta pronta e bene educata (opzione da valutare come miracolo in alcune occasioni), oppure sarete costretti a sottostare, a meno che non vogliate rispondere in modo deprecabile (anche se a volte è seriamente difficile trattenersi).

Ultima categoria è l’invadente richiedente: qualunque cosa dobbiate fare tale figura ve lo chiede, vuol sapere dove andate, cosa fate, perché lo fate in quel modo e non in un altro. Magari vi chiede anche se avete fatto il ruttino dopo pranzo. Se c’è confidenza comincia a chiedere il passaggio o la cortesia. Ma in questo caso, come nei precedenti, la richiesta è fatta in modo tale che sia difficile scampare o divincolarsi.

Il migliore suggerimento che posso dare è quello di imparare a riconoscere l'invadente, in modo da evitarlo, o di colpirlo di striscio. In tal caso mai detto risulta più utile che: prevenire è meglio che curare.

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